Lunedì 22 marzo è stata pubblicata sul Corriere del Ticino la seguente lettera di un lettore, che di nostra libera iniziativa qui sotto riportiamo. Con tanti altri cittadini, condividiamo il fastidio di vederci – giorno dopo giorno, sempre più – tappezzare le nostre strade da facce di plastica che ci chiedono il voto. L’ambiente, naturale ma anche umano, meritano di meglio. Agli elettori, la scelta.
Politica
L’ipertrofica autopromozione elettorale
Sono vistose icone di personaggi politici incombenti ad ogni angolo delle nostre strade, quelle che da diversi anni appaiono in occasione delle campagne elettorali ed ora pure di quelle comunali.
A queste gigantografie megalomaniache si accompagnano, riversati nelle nostre bucalettere, i volantini auto- promozionali dei rispettivi candidati.
Se conoscere chi si vota è quasi doveroso in una democrazia responsabile, sarebbe tuttavia opportuno che ci si limitasse ai dépliant o alle pubblicazioni che i gruppi politici spediscono alle abitazioni degli elettori.
Si eviterebbero prevaricazioni che le disponibilità finanziarie personali di candi- dati e partiti tendono ad infliggere agli altri concorrenti e di riflesso agli elettori.
Purtroppo fin negli an- goli o in capo ai gomiti delle curve delle nostre più recondite valli, do- ve tutti peraltro si conoscono, ap- paiono in questo periodo più o meno fascinose mega icone.
Spesso sono veri e propri risibili calchi dei ritratti ufficiali alla Mao Zedong di storica memoria, o di più o meno dinamici attori.
Paiono sottoprodotti di una pop art, inaugurata a suo tempo dall’ironia di Andy Warhol con il volto replicato di Marilyn e seguiti da svariati epigoni con quello di Monna Lisa.
Questo tipo di promozione elettorale ipertrofica, fastidiosa, squilibrata, noiosa e pur- troppo efficace è evidente spia della promozione e dell’affermarsi del «leaderismo» contemporaneo, innesto funesto e spina purulenta nella democrazia.
Esso si manifesta ora pure nelle nostre elezioni comunali specialmente attraverso coloro che con il cumulo di mandati e funzioni cui aspira- no si trovano ad essere una volta in carica giocoforza solo parzialmente operativi.
Caricando così di lavoro i colleghi municipali residui, che da buoni arrampicatori hanno privato di un collaboratore altrettanto valido ed effettivamente performante.
Che bisogno hanno di farsi conoscere in questo modo affliggente dei presenzialisti che già godono di un ampio eccesso di visibilità mediatica? Mi sembrano campagne che provocano un effetto controproducente persino su chi li stima per le loro qualità.
Romain Eggenschwiler
Sessa